La Chiesa

La parrocchia di Revigliasco

La parrocchia sta quasi sul luogo più elevato del paese. La sua architettura , ispirata al barocco fiorentino e modificata in seguito nei vari restauri. Rimane dello stile originale la porta principale , la tribuna dell’organo e i capitelli laterali delle cappelle.
Chiesa di Revigliasco
Assomiglia alla chiesa Santa Croce di Torino. Si sale per mezzo di una magnifica gradinata di pietra, fatta costruire dal Conte Maurizio Beria, in sostituzione di quella antica di mattoni.
La costruzione dell’attuale parrocchia fu iniziata nel 1612 ed ultimata nel 1620. Essa è dedicata a San Martino cosi come lo era l’antica parrocchia presso il Cimitero che si presume sia stata fatta costruire dai Marchesi di Romagnano , celebri nel secolo XII per le donazioni fatte ai Monasteri e chiese e per la fondazione di parrocchie nei paesi di cui erano stati investiti Signori da Federico Barbarossa. Di quest’ultima parrocchia si trova traccia nei documenti dal 1200 in poi. Era in stile romanico , abbastanza ampia con davanti un porticato sotto il quale si redigevano gli atti pubblici. Il suo campanile, di stile romanico, con gli archetti e bifore, fu colpito dal fulmine nel 1849 e atterrato nel 1864. E’ possibile ammirarlo in un quadro del 1844 eseguito dalla signora Allason di Pecetto. La parrocchia invece andò in rovina e fu rifatta nel 1493 con le offerte dei fedeli. Aveva cinque altari di cui uno dedicato a S. Pancrazio. Nel 1584 non era più ufficiata essendo nuovamente andata in rovina: le pareti scrostate, il tetto scoperto, senza pavimento e portale. Fu abbattuta e con il materiale si costrui l’attuale Cappella di San Martino ed il muro di cinta del cimitero. Non rimangono più che alcuni pezzi di arenaria e ruderi romanici innestati nel muro della chiesa attuale. Dietro la chiesa si è scoperta la grande fossa comune dei morti di peste nel 1630. La vecchia Parrocchia San Martino del Cimitero cessò di funzionare come tale nel 1450 quanto i feudatari presero la parrocchia come commenda e ne furoni parroci commendatari. Dal 1450 al 1620( data di ultimazione della parrochia attuale) funzionò come Parrocchia la chiesa del castello.
Ritornando alla Parrocchia attuale abbiamo raccolto le seguenti notizie :
la vecchia facciata aveva in quattro pannelli uguali a quelli della porta centrale quattro pitture: S.Pietro, S.Paolo, S.Martino e S.Grato. Sulla porta si apriva una finestra e nel timpano una nicchia con una statua in cotto della Madonna con il Bambino. Detta facciata venne rifatta nel 1875 su disegno del Conte della Veneria e nel 1965 venne rifatta ed abbellita con lesene di pietra di Barge e con il mosaico di San Martino.
Nel 1880 si costrui la bussola e l’organo con una spesa complessiva di l. 9.200. Don Girotto, parroco di Revigliasco dal 1891 al 1943, fece aprire i finestroni sopra il cornicione in semicerchio al posto delle finestre esistenti nello stile originale . Fece pure costruire la ringhiera sul cornicione e restaurare l’interno ed esterno della chiesa. Ne curò la decorazione il Boasso e fu dipinta dal Sifredi. Un successivo restauro e decorazione avvenne nel 1962 e 1963 a cura del pittore Nino Pirlato di Racconigi. Gli affreschi sono opera del Barone Ottavio Mazzonis di Torino.
Il pavimento della chiesa, che è quello attuale, fu fatto costruire dal Conte Maurizio Beria D’Argentine di “ bargioline” pietre molto preziosa in quanto attualmente introvabili.
La chiesa è lunga 27 mt. Compreso il presbiterio ed il coro, larga 14 mt comprese le cappelle laterali e alta 12 mt. Accanto alla sacrestia nel 1910 vi era il deposito dei morti. Nelle due camere poste sopra La sagrestia aveva alloggio il sagrestano denominato “ l’eremita” il quale pur non appartenendo ad alcun ordine religioso, vestiva il saio francescano e viveva di questua . Una micca (pagnotta) ad ogni cottura di pane. L’eremita serviva il parroco, cantava l’epistola e curava la Cappella della Maddalena. Merita essere ricordato l’eremita Bruno Galfrè che fece dipingere il celebre quadro della Maddalena attualmente esposto nella parrocchia di cui stiamo parlando. Don Girotto fece rifare una seconda sacrestia , rivestita in legno, sopra si costrui una stanza deposito e sopra ancora un terrazzino.
I banchi , in uso fino al 1967, appartenevano all’ Opera Pia S. Paolo che li fece costruire nel 1765 e che, alla soppressione della loro chiesa nel 1876 a causa di leggi sovversive, furono posti in vendita ed acquistati dal signor Luigi Zappata che ne fece dono alla chiesa nel 1872. I banchi attuali sono recenti e fatti costruire dal Barone Amerigo Sagna.






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